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Assomac

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  Del   01/04/2003

UNA VISITA AL SIMAC PER GUARDARE OLTRE LA CRISI




BOLOGNA: 6 – 9 MAGGIO 2003
Il sistema calzaturiero occidentale, che ha in Italia e Spagna i paesi di riferimento, sopravvive grazie al sostegno offerto dalla stampella della delocalizzazione. Sfuggono a questa regola solo alcuni produttori di nicchia che realizzano calzature di altissima gamma, Ormai la grande massa di scarpe è prodotta in Cina, Vietnam, Indonesia e giù di li… Per cui Romania, Slovenia, Albania e Polonia, ma in un certo senso anche Turchia, Grecia e tutto il NordAfrica, non sono che un sistema di vasi comunicanti che consente al mondo occidentale di mantenere il controllo di una filiera che si va assottigliando, mese dopo mese. Il sistema pellettiero occidentale si è incamminato sul terreno della commercializzazione dei prodotti realizzati – manco a dirlo – in Estremo Oriente; chi produce lo fa con il cappello del terzista, lavorando per le grandi griffe. Salvo, ovviamente, le solite rare, quanto encomiabili, nicchie. Questa situazione conferma le difficoltà produttive di quella che è stata la grande industria manifatturiera europea nell’area pelle. Ci fa anche capire quali difficoltà stia incontrando l’industria meccanica di settore, alle prese con una clientela in continuo movimento e quindi poco attenta alle problematiche strutturali. Ma soprattutto è una clientela che stenta a fare utili e quindi ha pochissima voglia di investire in tecnologia. Le difficoltà dell’area pelle occidentale Nel sistema occidentale i produttori leader di tecnologia sono italiani; dunque l’analisi di quanto sta accadendo in Italia è significativa. Nel periodo gennaio-ottobre 2002, pur riferiti a un 2001 in regresso, le esportazioni hanno avuto una flessione del 2,60%. Questo nonostante la buona performance dei produttori di macchine per conceria che hanno segnato un 10,27%, con segnali positivi sia in Africa che in Asia, sia in Europa che nelle Americhe. Anche le macchine per pelletteria hanno preso una boccata d’ossigeno con un 6,80% tutto dovuto alla crescita dell’export in Asia e in Africa, con Europa e Americhe in segno negativo. Dunque il peso più gravoso è finito sulle spalle dei produttori di tecnologia per la calzatura. La flessione, ma sarebbe meglio forse parlare di vistoso calo, ha superato il 10%! Non è il caso di drammatizzare, ma bisogna anche aggiungere che sul mercato interno (l’Italia resta pur sempre il più prestigioso produttore occidentale di calzature e dunque il più importante utilizzatore di tecnologia) le difficoltà sono ancora più gravi. Proprio per le ragioni cui si faceva cenno all’inizio, l’industria manifatturiera italiana non è nelle condizioni ottimali per investire in tecnologia. Questa considerazione vale sia per i calzaturieri che per i pellettieri. Quindi i costruttori italiani di tenologia per l’area pelle, tutti indistintamente, compresi i produttori di macchine per conceria, se con l’export non ridono, con il mercato interno piangono. Se nel dna dell’imprenditore non ci dovrebbe essere traccia di pessimismo, in momenti come l’attuale l’ottimismo a tutti i costi potrebbe rivelarsi estremamente pericoloso. Prendere atto della situazione e comportarsi di conseguenza è la scelta più ragionevole. La consapevolezza è l’atteggiamento più corretto per chi si appresta ad esporre e per chi si appresta a visitare l’edizione 2003 di Simac. Il ruolo del Simac Una cosa è il mercato e il mondo produttivo, altra è la fiera. Il Simac mantiene inalterato il ruolo di fiera leader mondiale per la tecnologia calzaturiera e pellettiera. La struttura della manifestazione è solida e, mentre si va definendo il lay-out espositivo, i numeri confermano la passata edizione in termini di espositori e di superficie. Sul fronte dei visitatori tutto lascia supporre che non vi siano flessioni, sia perché le richieste di accredito sono sui livelli degli anni passati, sia perché sono previste le solite visite di delegazioni ufficiali e collettive straniere che verranno definite nell’immediato futuro con la collaborazione dell’Istituto del Commercio Estero. La concomitanza con Lineapelle, a sua volta manifestazione leader mondiale per quanto riguarda la presentazione di pelli, materiali, accessori e proposte moda, e dunque grande portatrice di immediato interesse, è una ragione in più per fare dell’appuntamento bolognese una méta d’obbligo. Ecco che il Simac conferma la sua natura di crocevia obbligato per qualsiasi produttore di calzature e di pelletteria che voglia mantenersi aggiornato sulle proposte di tecnologia più evolute e che comunque voglia dare alla tecnologia la valenza che merita, e cioè: tecnologia fattore di competitività. In questa ottica il Simac non è semplicemente il momento di incontro fra chi propone una macchina e chi la usa, ma diventa il “laboratorio” concettuale per capire e usare la tecnologia nel modo migliore. Dunque, proprio perché il momento è dei più difficili, proprio perché si sta ridisegnando lo scenario mondiale per l’area pelle/calzatura, il Simac, sia per chi espone, sia per chi visita, è il momento d’incontro irrinunciabile.




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